Minolta Autocord LMX

fronte intero

CENNI STORICI

Minolta comincia a produrre fotocamere TLR sul finire degli anni ’30, sulla scorta del successo riscontratro dalle Rolleiflex e Rolleicord tedesche, con i modelli Minoltaflex, Minoltacord e Minolta Automat quasi esclusivamente per il mercato nipponico.

Negli anni ’50 si delinea la strategia di costruire un modello di biottica di elevata qualità che possa competere con la Rolleiflex, regina del mercato in termini qualitativi, non solo sul mercato interno ma su scala globale: nel 1955 viene pertanto introdotto il primo modello di Autocord.

Basata sulle performanti lenti Rokkor, da sempre vanto assoluto di Minolta, la Autocord stupisce soprattutto per la praticità del design

La fotocamera resterà in produzione fino al 1966, contando quasi venti diversi modelli, generalmente con piccole differenze uno dall’altro; le principali differenze possono riassumersi nelle seguenti parti:

  • Otturatore: Optiper 1/400, Optiper 1/500, Seikosha, Citizen
  • Dimensioni del fotogramma: il modello Autocord RA poteva scattare, oltre al 6×6 nativo, anche in 4×5 e 4×4
  • Esposimetro: non presente in tutti i modelli, alcune altre lo hanno al selenio mentre le più recenti montano una cella CdS
  • Formato pellicola: i modelli Autocord II e III ( e CDS II e CDS III) potevano utilizzare anche la pellicola 220; in particolare, la Autocord III era dotata di contafotogrammi fino al numero 24

Questi i vari modelli che si sono succeduti nell’arco della vita commerciale della Autocord:

  • Autocord MXS (1955)
  • Autocord MXV (1955)
  • Autocord L (1955), con esposimetro al selenio
  • Autocord MXS II (1956), uguale alla MXS ma con l’aggiunta della scala p.d.c.
  • Autocord RA (1957), con formato fotogramma variabile
  • Autocord export (1958), la prima ad adottare l’otturatore Seikosha MX
  • Autocord LMX (1958), upgrade della L con Seikosha MX e sincronizzazione M-F-X
  • Autocord RI (1961)
  • Autocord RG (1961)
  • Autocord RG II (1962)
  • Autocord RG III (1963), con l’introduzione del nuovo otturatore Citizen
  • Autocord I (1965)
  • Autocord CDS (1965), con esposimetro a cellula CdS
  • Autocord II (1966), introduce la possibilità di usare pellicola 220, ma riportando il contapose a 1 dopo il dodicesimo scatto
  • Autocord CDS II (1966)
  • Autocord III (1966), introduce il contapose fino a 24
  • Autocord CDS III (1966)

Il modello LMX, a detta di molti, rappresenta quello con maggiore diffusione su scala globale (testimonianza di questo si può desumere anche dal tempo trascorso prima del successivo aggiornamento).

COME FUNZIONA

Si tratta di una biottica di forma e concezione classiche con il frontale nel quale, oltre alle lenti, trovano posto le leve di controllo dei tempi di otturazione e dei diaframmi, oltre al pulsante di scatto e alla presa synchro del flash. La messa a fuoco viene effettuata tramite traslazione della piastra frontale, come in tutte le TLR di alta gamma.

La grande particolarità, che consente l’utilizzo della Autocord anche con una sola mano, è il sistema di messa a fuoco, che trova posto nella parte bassa del frontale (con una comoda leva) anziché su uno dei lati della fotocamera, come invece avviene per tutte le altre TLR

Leva di carica Minolta Autocord
La leva di carica

Sul fianco sinistro (destro quando si impugna la fotocamera) troviamo la finestrella contapose e la leva di avanzamento della pellicola e di riarmo dell’otturatore: questa, una volta caricato l’otturatore, può essere riposizionata nel proprio alloggiamento che permette alla manopola di non sporgere; alla base della leva di carica è riportata la scala delle profondità di campo, con due dischi, di cui queRiferimento esposimetro Minolta Autocordllo relativo ai diaframmi è mobile.

Sul fianco destro (sinistro quando si impugna la fotocamera), invece trovano posto l’indicatore dell’eposimetro, la staffa per accessori e i nottolini di blocco dei rulli; la slitta portaccessori non è provvista di contatto a caldo per il flash ma può essere utilizzata unicamente per mantenere il lampeggiatore solidale con la fotocamera. La connessione flash è assicurata da una presa PC posta sul frontale alla base della piastra di messa a fuoco.

Il dorso della fotocamera è estremamente pulito e non riporta alcuna indicazione e/o finestra.

La macchina è comoda da impugnare e da utilizzare mantenendola anche ad altezza della vita, grazie alla borsa pronto in dotazione o mediante l’uso di cinghie da innestare negli appositiFinestra tempi Minolta Autocord occhielli posti ai lati del pozzetto; dall’alto sono ben accessibili le leve per la regolazione dei tempi e dei diaframmi, poste rispettivamente a destra e a sinistra dell’ottica di ripresa; sopra all’ottica di visione, in posizione ottimale per essere ossrvate dall’alto, sono invece posizionate le finestrelle che indicano i tempi e le aperture selezionati.

Nella parte alta del frontale, sotto al logo “Minolta AUTOCORD” è posizionato l’esposimetro al selenio, non accoppiato; sollevando la finestrella con il logo, l’esposimetro si attiva e la lettura viene riportata dall’ago inserito sulla manopola posizionata nel fianco destro; ruotando la manopola fino a far coincidere con la tacca di riferimento gli ASA della pellicola inserita, in corrispondenza della finestrella dell’ago viene a formarsi la scala di valori esposimetrici misurabile. Il valore letto in corrispondenza dell’ago si andava poi a riportare combinando e sommando i numeri impressi sul frontale accanto alle leve di tempi e diaframmi per stabilire la coppia corretta; un sistema abbastanza macchinoso e sicuramente meno pratico rispetto all’utilizzo di un semplice esposimetro esterno o della regola del 16.

La resa dell’ottica è quella tipica e molto definita dei Rokkor, assimilabile e sicuramente non inferiore alla qualità delle ottiche Tessar o Schneider delle Rolleicord; il comportamento è preciso e affidabile sia con il colore che con il bianconero, e l’ottica pare non risentire di paricolari aberrazioni cromatiche e/o soffrire particolarmente il controluce. Nelle situazioni con riflessi di luce e molteplicità di colori, la resa è superba.

Foto scattata con Minolta Autocord Bianconero Foto scattata con Minolta Autocord colori

DATI TECNICI

Modello: Reflex biottica medio formato.

Formato: 6×6.

Ottica di ripresa: Minolta Chiyoko Rokkor 75 f/3,5 a quattro lenti

Ottica di visione: Minolta View Rokkor 75 f/3,2.

Baionetta: Rollei bay I

Diaframma: da f/3,5 a f/22

Otturatore: Centrale Seikosha-MX, tempi da 1″ a 1/500; posa B.

Modi d’esposizione: manuale e posa B.

Mirino: Pozzetto con copertura 100%, vetrini intercambiabili; mirino sportivo a cornice. Come optional è possibile installare un mirino a pentaprisma.

Autoscatto: no.

Esposizioni multiple: no.

Flash: presa di sincronizzazione sul corpo macchina, sincronizzazione M-F-X .

Dimensioni(chiusa): Lunghezza 90 mm; altezza 140 mm; profondità 110 mm.

Peso: 920 gr.

PRO:

Mirino ampio e luminoso;

Facilità di utilizzo;

Può essere manovrata con una sola mano;

Sinchro flash con tutti i tempi;

Costruzione robusta;

Affidabilità;

Rollei Bay.

CONTRO:

Costosa se confrontata con una Rolleicord;

Macchinosa nell’utilizzo con esposimetro interno;

Esposimetro al selenio.

REPERIBILITA’ E PREZZI

Sul mercato dell’usato si trovano diversi modelli di Autocord, soprattutto i più recenti con otturatore Citizen e la LMX, ma quasi esclusivamente sui siti online o nei negozi di usato; è molto raro trovarne una nei mercatini settimanali o simili.

Le quotazioni sono piuttosto alte e paragonabili, per alcuni modelli, a quelle di alcune Rolleiflex: spesso e volentieri superano abbondantemente i 300 €.

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