CENNI STORICI
Gli ultimi anni ’50 sono un periodo storico per Asahi e per tutta l’industria fotografica: dopo aver presentato le prime Asahiflex, nel 1957 appare sul mercato la “Pentax”, che rappresenta un’autentica pietra miliare in grado di influenzare tutta la successiva produzione di fotocamere con il suo design compatto e con la presenza del pentaprisma nel corpo macchina (PENTAprism refleX è l’origine etimologica accreditata); le caratteristiche innovative per l’epoca includevano i microprismi di messa a fuoco, il ritorno immediato dello specchio, la leva rapida di riavvolgimento della pellicola
e l’ergonomia complessiva di tutti i comandi. Sono tutti diventati, col tempo, standard per le reflex ma, all’epoca, rappresentarono un salto qualitativo che consentì la rapida espansione del concetto di reflex 35mm.
La prima Pentax fu un successo tale che impose la casa produttrice a livello globale, tanto da spingerla ad adottarne il nome come marchio di fabbrica e ad avviare subito la progettazione di nuovi modelli ancora più avanzati. Nel 1958 esce il modello Pentax S, praticamente identico al precedente, con modifiche solo alla scala dei tempi, armonizzata con quella logaritmica, e con l’indicazione del modello (S) serigrafata sulla calotta.
La S si inserisce nel momento di passaggio fra la prima Pentax e la successiva Pentax K e, proprio per questo motivo, venne prodotta in pochissimi esemplari (meno di 5.000), che ne fanno uno dei modelli più rari ed ambiti.
COME FUNZIONA
Il funzionamento della Asahi Pentax S è quello classico di una reflex meccanica ad esposizione esclusivamente manuale; il caricamento della pellicola è molto rapido e il dorso si apre agendo semplicemente sulla cerniera di chiusura posta sul lato sinistro (visto da dietro) della fotocamera. Lo sportello del dorso è sagomato in maniera tale da minimizzare il rischio di infiltrazioni di luce anche nel caso di guarnizioni mancanti. Una volta posizionato il rullino, si deve regolare il contapose, che è del tipo meccanico incrementale e coassiale alla leva di carica. Sul lato opposto della calotta, coassialmente al nottolino di riavvolgimento della pellicola è presente un promemoria per la sensibilità della pellicola.Il fondello è molto pulito, ospitando esclusivamente la filettatura per trepiedi e il pulsante di disarmo dell’avanzamento pellicola.
La macchina presenta due manopole separate per la selezione dei tempi di otturazione: la prima,
posizionata sulla calotta superiore in prossimità del pulsante di scatto, permette di selezionare i tempi veloci (da 1/30 sec a 1/500 sec) e la posa B mentre la seconda, posizionata sul frontale della macchina, opera sui tempi lenti (da 1/30 sec a 1 sec) e permette anche di selezionare l’utile posa T. E’ importante tenere a mente che la manopola dei tempi lenti ha la priorità sull’altra a meno che questa non sia sulla posa B: ciò significa che se la manopola lenti non è settata su 1/30, anche se si seleziona un tempo con la manopola superiore la macchina scatterà comunque con la velocità selezionata mediante la manopola frontale; per operare con i tempi veloci, la manopola dei tempi lenti deve sempre essere posizionata su 1/30 sec.
Il sistema a doppia regolazione può sembrare a prima vista una complicazione (e infatti, Pentax lo rimosse dai modelli successivi) ma, con un minimo di attenzione e pratica, sarà facile constatare come non influisca particolarmente sull’operatività. I diaframmi, invece, si selezionano direttamente mediante la ghiera sul barilotto dell’obiettivo; come tipico delle vecchie fotocamere e ottiche con innesto M42, non è presente alcun tasto per la previsualizzazione della profondità di campo e il tutto è demandato al comando di apertura manuale o automatico eventualmente presente sull’obiettivo.
Nella parte frontale destra sono ospitate, infine, due prese di sincronizzazione per flash, una dedicata ai lampeggiatori elettronici (X) e l’altra alle vecchie unità (FP); non esiste una slitta accessori pertanto, è preferibile utilizzare flash a staffa che possano essere connessi alla filettatura per trepiede posta sul fondello della macchina. Per operare in Synchro, dopo aver collegato il flash alla presa, si andrà a selezionare nella manopola dei tempi veloci l’opzione X.
Per quanto concerne l’uso generale, non si può non menzionare la possibilità data dall’attacco a vite M42 di poter accedere ad un parco ottiche letteralmente sconfinato, con focali che coprono i massimi estremi sia grandangolari che tele; buona parte di queste ottiche si trovano sul mercato a prezzi estremamente competitivi. La scelta spazia dalle stesse ottiche prodotte da Asahi (Takumar) con attacco M42 fino a quelle di produttori terzi. Da non dimenticare poi, la possibilità di poter unire un ottimo corpo macchina ad alcune delle migliori ottiche a vite di epoca sovietica:
DATI TECNICI
Modello: Reflex 35mm.
Formato: 24×36 su pellicola 135.
Ottica di ripresa: accoppiata
Baionetta: M42X1
Otturatore: sul piano focale a tendina con scorrimento orizzontale, tempi da 1 sec a 1/500 sec.
Modi d’esposizione: manuale, posa B e posa T.
Mirino: A pentaprisma con copertura 100%, .
Autoscatto: no.
Esposizioni multiple: no.
Flash: prese di sincronizzazione sul corpo macchina, X e FP.
Dimensioni: Lunghezza 150 mm; altezza 95 mm; profondità 45 mm.
Peso: 460 gr.
PRO:
Compattezza;
robustezza e affidabilità;
possibilità di utilizzare l’ampissimo parco ottiche M42;
filettatura pulsante di scatto;
posa T;
mirino luminoso.
CONTRO:
mancanza autoscatto;
tempo minimo 1/500 sec;
elevata valutazione, dovuta alla rarità.
REPERIBILITA’ E PREZZI
Sul mercato dell’usato, data anche la esigua produzione, non è facilmente reperibile: i pochi modelli che periodicamente appaiono in vendita vengono rapidamente acquistati.
Per questo motivo risulta difficile dare una stima accurata del valore; generalmente, sul mercato americano, un esemplare in buone condizioni è valutato fra i 1.000 e i 1.500 $ con ottica standard o anche solo corpo.
L’esemplare qui recensito appartiene alla mia famiglia dal 1958 (anno dell’introduzione) e, ad oggi, funziona regolarmente senza aver mai subito un intervento di manutenzione.