Canon A1

CENNI STORICI

Canon A1Nella seconda metà degli anni ’70 esplode il vero boom dell’elettronica integrata negli apparecchi fotografici, giocato con forse troppo anticipo da alcune case  ma non da Canon, la quale al momento giusto presenta la nuova serie di fotocamere “A” nelle quali, appunto, l’elettronica, sotto forma di controlli e di programmi di esposizione, la fa da padrona. La Canon A1 rappresenta il modello di punta, in termini di caratteristiche tecniche, di questa nuova serie di macchine e fu commercializzata nel 1978, due anni dopo l’uscita del modello apripista della serie (Canon AE-1). Rispetto a questa, la Canon A1 si posiziona ad un livello tecnologico più elevato, si potrebbe dire quasi professionale, anche se alcune carenze e limitazioni ne fanno più una macchina orientata al fotoamatore avanzato. Il principale punto di innovazione fu l’introduzione, per la prima volta su una reflex, di una modalità programmata di controllo dell’esposizione che, accoppiata ad un sistema esposimetrico estremamente preciso, sollevava l’operatore dalla necessità di valutare la miglior coppia tempo-diaframma, permettendogli di concentrarsi esclusivamente sulla composizione. Accanto a questa capacità, Canon ha comunque dotato la A1 di tutta una serie di caratteristiche avanzate e miglioramenti rispetto alla precedente AE1, pur mantenendone sostanzialmente la medesima estetica. La fotocamera è rimasta in produzione praticamente senza alcuna modifica o miglioria fino al 1984, quando fu introdotta la nuova serie T e poco prima dell’avvento del sistema autofocus delle EOS.

 COME FUNZIONA

La guancetta-impugnatura protettiva
La guancetta-impugnatura protettiva

L’impostazione complessiva non si discosta da quella tipica delle reflex in generale e, soprattutto, di quelle della seconda metà degli anni ’70; rispetto alla precedente AE1, le modifiche alla “carrozzeria” sono piuttosto limitate: significativa è, soprattutto, la presenza della guancetta avvitata sul lato destro, che assolve il doppio compito di migliorare l’impugnatura e di proteggere lo sportello protettivo del vano batteria, punto debole di tutta la serie A; esteticamente, invece, è da notare soprattutto la finitura nera, unica disponibile per la A1.

Come detto, la vera rivoluzione è posta sotto la scocca: la Canon A1 dispone, infatti, di ben quattro modalità di esposizione; la fotocamera può essere utilizzata in manuale, a priorità di tempi o di diaframmi e nella nuova modalità “Program”, nella quale il circuito della fotocamera si prende carico della scelta della combinazione ottimale di tempo ed apertura. Tutte cose scontate oggi, ma rivoluzionarie all’epoca della commercializzazione.

 

Vista complessiva della calotta superiore
Vista complessiva della calotta superiore

Prima di tutto, la fotocamera va accesa, in quanto essendo totalmente dipendente dalla batteria non ha tempi meccanici; l’accensione si effettua spostando  la leva posta all’estremità destra della calotta superiore dalla posizione L alla posizione A; la medesima leva serve anche per attivare l’autoscatto con ritardo di 2 o 10 secondi. La selezione del modo di funzionamento, invece, si effettua agendo sui comandi posti nella parte destra della calotta superiore. Coassiale al pulsante di scatto elettromagnetico (dotato di presa filettata per l’inserimento di uno scatto remoto) è il comando per la selezione della priorità tempi (TV) o di quella diaframmi (AV); contestualmente alla scelta della modalità, una lunetta mobile scopre nella finestrella a sinistra del pulsante di scatto la scala di selezione dei tempi o delle aperture. Entrambe le modalità funzionano previo posizionamento sulla A verde della ghiera diaframmi dell’obiettivo e agendo poi sulla rotella di selezione posizionata sul fronte macchina; questa è dotata di una sicura che va abbassata prima di poter essere utilizzata.

Il selettore delle priorità e la finestrella di selezione. Si notano anche il pulsante di scatto e il led dell'autoscatto.
Il selettore delle priorità e la finestrella di selezione. Si notano anche il pulsante di scatto e il led dell’autoscatto.

Qualora  l’ottica non sia posizionata su A, la Canon A funzionerà in modalità manuale se il selettore modalità è impostato su TV; all’interno del mirino, gli indicatori a LED forniranno, oltre ad indicare la M di manuale, il corretto diaframma da impostare in funzione del tempo scelto. Purtroppo, gli indicatori non danno alcuna conferma della corretta selezione, che dovrà quindi essere effettuata staccando gli occhi dal mirino. Per quanto riguarda i tempi, è da rimarcare la presenza di quelli lunghi, 2-4-8-15 e 30 secondi, molto utili per lunghe esposizioni senza utilizzare la posa B.

La modalità program si attiva mantenendo la ghiera diaframmi su A e posizionando l’indicatore dei tempi sulla P verde, che si trova dopo il tempo breve di 1/1000 sec. In questo modo, all’interno del mirino si vedrà l’indicazione della coppia scelta dal circuito esposimetrico. La visualizzazione può anche essere disattivata agendo sulla leva posta a sinistra della calotta del pentaprisma, posizionandola sul bollino bianco, il tutto allo scopo di preservare il più possibile la preziosa batteria. Questa leva è coassiale al pulsante di verifica della batteria che, se positiva, fa illuminare il LED dell’autoscatto. La macchina, infine, può anche operare nella modalità di esposizione automatica con flash selezionando il tempo synchro di 1/60 sec.

La ghiera delle sensibilità e gli altri comandi qui descritti
La ghiera delle sensibilità e gli altri comandi qui descritti

Sempre nella parte sinistra della calotta superiore si trova, coassialmente al nottolino di riavvolgimento della pellicola, la ghiera di selezione della sensibilità, variabile fra 6 e 12800 ASA, che viene sbloccata da un tasto, invero un po’ nascosto, posto sulla corona esterna sinistra della ghiera. Agendo invece su un secondo pulsante si sblocco, questa volta ben visibile sulla calotta, si aziona la staratura intenzionale dell’esposizione, con quattro differenti valori.

Il contapose è, infine, posto in posizione seminascosta, dietro alla finestrella dei tempi/diaframmi e ad un livello più basso, tano da rimanere nascosto dalla leva di carica.

A fronte di una calotta superiore così affollata, completata dalla slitta a caldo per flash posizionata sopra al pentaprisma, il resto del corpo macchina è piuttosto semplice: sul frontale si trovano una presa Synchro per flash, la già citata saracinesca di protezione della rotella selezione tempi/diaframmi e, sul lato del bocchettone innesto ottica, i pulsanti di blocco memoria esposimetrica e di attivazione dell’esposimetro e la slitta per la previsualizzazione della profondità di campo. Sul retro troviamo esclusivamente un comando che aziona l’oscuramento del mirino (utile in caso di lunghe esposizioni), posto sulla sinistra dell’oculare, e una tasca per inserire il promemoria pellicola, posta al centro del dorso.

Sul fondello, infine, sono presenti l’attacco filettato per cavalletto, il pulsante di sblocco del riavvolgimento e i contatti per il motore di riavvolgimento opzionale.

A conti fatti, la Canon A1 offre tutte le funzioni di cui un fotoamatore anche evoluto possa avere bisogno ed è di certo una macchina robusta ed affidabile, con la sola pecca di essere totalmente dipendente dalle batterie; chi è abituato a reflex più semplici potrà trovarsi inizialmente spaesato di fronte a tante funzioni e tanti comandi condensati in un corpo macchina che alla fine è piuttosto compatto, ma basterà studiare un po’ oppure reperire il manuale per poterla utilizzare in totale confidenza. Di certo, grazie anche alla possibilità di sfruttare l’alto livello generale delle ottiche FD (nonchè delle precedenti serie), la rende il perfetto prezzo centrale di un corredo semiprofessionale, vista anche la vasta selezione di accessori prodotti e ancora largamente disponibili.

Da menzionare un problema che spesso affligge questi modelli, e più in generale la serie A, dovuto all’indurimento dei lubrificanti, che provoca un sibilo da parte dell’otturatore dovuto a sfregamenti non previsti e che, alla lunga, può portare a danni meccanici; nulla, in ogni caso, che non possa essere risolto con un po’ di faidate o tramite un fotoriparatore.

DATI TECNICI

Modello: Reflex 35mm

Formato: 24×36 su pellicola 135.

Baionetta: Canon FD

Otturatore: su piano focale, tendina a scorrimento orizzontale, tempi da 30 sec a 1/1000 sec e posa B.

Modi d’esposizione: priorità diaframmi, priorità tempi, programmata,manuale, posa B.

Esposimetro: da -2 a +18EV (100 ASA)

Mirino: pentaprisma, LED di indicazione tempi/diaframmi/modalità.

Sensibilità: selezionabile manualmente da 6 a 12800 ASA/ISO

Autoscatto: sì, 2 o 10 secondi.

Flash: slitta hot shoe e presa Synchro.

Dimensioni: Lunghezza 141 mm; altezza 92 mm; profondità 48 mm.

Alimentazione: 1 pila 4LR44/4SR44

Peso: 623 gr.

PRO:

Modi di esposizione.

Gamma esposimetrica.

Ottiche Canon FD.

Ricchezza di accessori.

Blocco della memoria di esposizione.

Robustezza.

CONTRO:

Dipendenza dalle batterie e assenza di tempi meccanici

Tempo synchro di solo 1/60 sec.

Calotta superiore affollata di comandi.

REPERIBILITA’ E PREZZI

La Canon A1 è  molto diffusa grazie al suo grande successo commerciale, ed è molto facile reperirla sia in Italia che all’estero, su tutti gli usuali canali; le macchine in vendita sono generalmente in buone se non ottime condizioni, ma la complessità della macchina la rende meritevole di un eventuale check-up da un buon fotoriparatore. In ogni caso, se ben tenuta, è in grado di garantire lunghi anni di servizio!

Le quotazioni sono variabili, generalmente fra i 70 e i 150 €, a seconda delle condizioni, della nazionalità del venditore e degli eventuali accessori od ottiche a corredo; su siti online non è raro trovare corpi ben tenuti a prezzi poco superiori ai 50 €.