Canon T70

 

CENNI STORICI

Nel 1983 la Canon, forte dell’esperienza accumulata negli anni con le macchine della serie A e rendendosi conto di non poterle sviluppare ulteriormente immette sul mercato mondiale la T50: una nuova reflex semplificata e completamente elettronica, forse pure troppo, che non riesce ad incontrare i favori del pubblico. Ma si tratta solo della prima macchina di una nuova serie, la serie T, troppo spesso sottovalutata e snobbata dagli appassionati del marchio giapponese.

L’ultima serie FD

Nell’aprile 1984 viene commercializzata la Canon T70, una macchina di fascia media ma con una dotazione tecnica degna di una macchina di livello superiore, basti citare il sofisticato esposimetro in grado di leggere la luce sia in modalità media che spot. Eppure negli anni ’80 la Canon T70, nata per raccogliere l’eredità della AE1 Program, non riesce a affermarsi e dopo soli tre anni, nel 1987, ne viene sospesa la produzione.

La serie T comprende inoltre la T80, prima reflex autofocus di casa Canon, la T90, una sofisticata reflex multimode che anticipa molti tratti della successiva serie Eos, e la T60, una classicissima reflex prodotta da Cosina su specifiche Canon e non commercializzata sul mercato giapponese. Con chiusura delle linee di produzione della serie T finisce pure l’epoca delle ottiche della serie FD, che ancora oggi non finiscono di stupire per la loro resa.

Lo scarso successo commerciale di quasi tutte le Canon serie T verrà presto riscattato dalla serie EOS, una nuova generazione di macchine e obiettivi, che ha saputo far tesoro delle precedenti esperienze.

COME FUNZIONA

La Canon T70 è ma macchina di dimensioni medie, almeno per gli anni 80, dal design squadrato caratterizzato da linee decise e da angoli ben marcati, in questo modo i vari volumi che compongono l’insieme del corpo macchina sono ben definiti e immediatamente individuabili. Gli angoli a destra e a sinistra del corpo sono stati smussati per poter garantire una migliore presa alle mani del fotografo, tant’è che sul lato destro è presente una ben dimensionata guancia porta batteria che garantisce una solida presa in ogni occasione. Tutto sommato le linee decise che caratterizzano il design di questa macchina risultano gradevoli alla vista e insieme all’abolizione delle tradizionali ghiere sporgenti conferiscono alla macchina un design moderno e pulito che nasconde sotto la pelle alcune sorprese.

A far storcere il naso a molti puristi è il rivestito del corpo realizzato completamente con materiali plastici di colore grigio scuro per la calotta superiore, la parti frontali del corpo e il rivestimento del bocchettone (la baionetta è in metallo) e di colore nero per l’impugnatura, pulsanti di comando il dorso e il fondello; il tutto è completato da serigrafie in color oro. Un simile abbinamento cromatico oggi potrebbe sconfinare nel kitch, ma nei primi anni ottanta dello scorso secolo i criteri estetici erano ben altri rispetto ad oggi.

Prendendo in mano una Canon T70 si nota prima quello che manca e poi quello che c’è. La calotta, come da tradizione, è la centrale operativa che permette il controllo di quasi tutta la macchina.

I pulsanti di comando

A destra del pentaprisma sono collocati il pulsante di scatto e due pulsanti, up e down, che servono per muoversi all’interno dei vari menu; sotto i due pulsanti è collocato uno schermo a cristalli liquidi, non retroilluminato, che riporta le impostazioni correnti della macchina, oltre a fungere da contatore dei fotogrammi. Sul pentaprisma, come da tradizione, è collocata la slitta porta flash completa di contatto caldo e di due contatti supplementari per poter gestire in automatico la sincronizzazione dei tempi di esposizione con il flash ma non di pilotarlo durante l’esposizione (la T70 non ha la funzione di controllo TTL-flash). A sinistra del pentaprisma trovano posto tre pulsanti e un cursore, il cursore è l’interruttore principale della macchina e permette di accedere alla misurazione esposimetrica media a prevalenza centrale o spot, oltre a consentire l’attivazione dell’autoscatto; i tre pulsanti sono quelli del controllo dello stato di carica delle batterie, dell’impostazione delle sensibilità della pellicola e quello della scelta della modalità di ripresa, a scelta tra due programmi, priorità di tempo o manuale.

Bocchettone e ghiera esposimetrica

Il fronte della macchina, oltre al bocchettone porta ottica, ha sul lato destro uno piccola ghiera con un pulsante coassiale: si tratta della memorizzazione della lettura esposimetrica, funzione attivabile solo in abbinamento all’esposizione spot. In basso sull’impugnatura anatomica è collocata la presa per lo scatto flessibile di tipo elettronico.

Il fondello ospita sia il pulsante di sblocco della pellicola e il cursore che ne abilità il riavvolgimento motorizzato. Lo sportello del vano batterie è collocato sempre sul fondello a destra e consente la sostituzione delle batterie anche con la macchina montata su un treppiedi.

Il lato sinistro ospita il meccanismo di apertura del dorso costituito da un pulsante e da cursore da azione insieme, il sistema è ottimo per evitare aperture accidentali del dorso.

IMPRESSIONI D’USO

La Canon T70 nei piani industriali del costruttore avrebbe dovuto sostituire la vecchia AE-1Program rivolgendosi alla stessa utenza. Nonostante la validità del progetto e la presenza di alcune funzioni difficilmente riscontrabili in macchine più professionali, la T70 non è riuscita a ripetere il successo commerciale della macchina che ha sostituito.

Otturatore e alloggio pellicola

Nonostante la “modernità” della macchina essa è priva della lettura dei codici DX del caricatore della pellicola quindi la prima operazione da fare una volta caricata la pellicola è quella di impostare la corretta sensibilità, pena clamorose sotto o sovra esposizioni. Una volta richiuso il dorso la macchina provvede ad avanzare la pellicola al primo fotogramma utile, inesorabilmente il n° 1 del rullino, ma solo dopo aver spostato l’interruttore generale dalla posizione lock. Il dorso non ha nessuna finestrella che consenta il controllo della pellicola caricata, ma conserva la classica taschina memo dove inserire un pezzo della confezione della pellicola.

Le modalità di esposizione sono le stesse impostando l’esposimetro sia per la lettura media compensata che per quella spot. La scelta del modalità di esposizione avviene premendo il pulsante mode, a sinistra del pentaprisma, e uno dei pulsanti up o down fino al raggiungimento dell’opzione desiderata.

Selettori e comandi sul carter superiore

Da notare che la macchina a fronte di ben tre diversi program permette di operare solo a priorità di tempo (tutti attivabili solo con la ghiera dei diaframmi dell’obiettivo in posizione A) e non a priorità di diaframma, ovvero con la ghiera dei diaframmi sbloccata dalla posizione A la macchina non è in grado di impostare alcun tempo di esposizione. Questo fatto ha ripercussioni anche nell’uso in manuale in quanto l’esposimetro è solo parzialmente accoppiato rilevando correttamente il tempo di esposizione impostato, ma suggerendo il diaframma da impostare senza tener conto di quello realmente impostato; il sistema di fatto è un po’ macchinoso, ma dopo un paio di rullini non ci si fa più caso.

Il mirino, luminoso e ben dimensionato, fornisce una serie di informazioni complete riportando sia lo stato della macchina che il diaframma impostato (e/o da impostare) ma non riporta l’indicazione del tempo di scatto, dato che va letto sul display esterno staccando l’occhio dal mirino.

Meccanismo di sblocco del dorso

Passando all’uso pratico della Canon T70, premesso di apprezzarne l’estetica e il sistema dei pulsanti, non ci vuole molto per prendere la giusta confidenza e in poco tempo si apprezza la doppia lettura lettura esposimetrica e la possibilità di memorizzare l’esposizione. Come già evidenziato sopra invece l’uso in manuale richiede un minimo di allenamento. Il sistema di avanzamento, nonostante i suoi limiti, si fa apprezzare facendo trovare la macchina sempre pronta allo scatto, anche se a causa della sua rumorosità non è la miglior compagna del fotografo di cerimonia. Scattando una fotografia con il selettore dei tempi su bulb sul display esterno si attiva un utilissimo contatore dei secondi, il limite purtroppo è nel display non retroilluminato e in caso di lunghe esposizioni notturne, oltre alle pile fresche per tenere aperto l’otturatore a lungo, è bene portarsi appresso una pila per poter controllare il tempo di esposizione sul display.

Una piacevole sorpresa si ha vedendo le foto che questa macchina restituisce: sempre ben esposte ed equilibrate, fotografo permettendo. Il merito va certamente alla sinergia tra sistema esposimetrico, otturatore e software di gestione, ma va anche alle ottiche Canon FD.

Il fondello della Canon T70

A questo punto è doverosa una specificazione sulla famigerata batteria tampone al litio, quella che secondo il costruttore dovrebbe essere sostituita ogni 5 anni presso un centro assistenza. Si tratta di una batteria il cui compito è quello di tenere in “vita” la memoria della fotocamera, ovvero numero fotogramma, sensibilità della pellicola e modo d’uso, in assenza delle pile a stilo; batteria alloggiata sotto la calotta superiore implicandone lo smontaggio per la sostituzione, operazione non a portata di tutti. Questa batteria ha dimostrato una longevità inaspettata tant’è che non è mai stata sostituita nella maggior parte delle T70 oggi funzionanti … e se proprio dovesse esaurirsi non è un dramma: basta non togliere le pile a stilo, o nel peggiore dei casi reimpostare la sensibilità della pellicola, se c’è un rullino in macchina.

DATI TECNICI

Modello: Reflex 35 mm. monobiettivo con esposizione programmata, automatica a priorità di tempo, automatica con il flash, manuale. Messa a fuoco manuale.

Formato: 24x36mm.

Baionetta: Canon FD: con tutti gli obiettivi di questa serie, sia con anello di serraggio (la maggior parte riporta la sigla S.C. o S.S.C., sigla riferita al trattamento antiriflessi delle lenti) che con pulsante di sblocco (serie New, la sigla non è riportata), si sfruttano tutte le possibilità della macchina operando a tutta apertura. E’ inoltre compatibile anche con quasi tutti gli obiettivi della precedente serie FL e R, ma solo operando in stop-down. Possibile anche l’impiego di obiettivi con innesto a vite M42, ma è necessario ricorrere ad un adattatore e operare in stop-down.

Obiettivi Standard: (New) FD 50mm. f/1,2 – (New) FD 50mm. f/1,4 – (New) FD 50mm. F/1,8 – (New) FD 35-70mm F/4.

Modi d’Esposizione: Esposizione programmata multimode (standard, tele e wide), automatica a priorità di tempo, automatica con il flash (necessita di flash dedicati), manuale, manuale in stop-down con obiettivi serie FL, R e vite M42 (tramite adattatore).

Otturatore: A controllo completamente elettronico con tendine metalliche a scorrimento verticale; esposizione automatica controllata elettronicamente fra 2 secondi e 1/1000 di secondo (senza punti fissi); tempi di posa in manuale selezionabili tramite pulsanti su valori interi compresi tra 2” e 1/1000; posa B. Non sono previsti (e noti) tempi meccanici, l’otturatore per funzionare deve essere alimentato dalle pile.

Flash: Accessorio. Esposizione automatica, ma non TTL, con i lampeggiatori dedicati si imposta automaticamente il tempo di sincronizzazione su 1/90; visibile nel mirino avviso di pronto flash. Con i flash universali sincronizzazione tramite contatto caldo X sulla slitta e il tempi dovrà essere impostato su 1/60.

Autoscatto: Elettronico impostabile con ritardo di 10 secondi circa. Non funge da alzo preventivo dello specchio.

Esposimetro: Misurazione della luce attraverso l’obiettivo a tutta apertura, lettura su tutta l’area inquadrata con prevalenza centrale (semi-spot) o su area ristretta (spot) tramite cellula al silicio (SPC). Valori luce da EV 1 (1 sec. f/1,4) a EV 19 (1/1000 f/22) a 100 ASA. Sensibilità pellicola da ISO 12/12° a ISO 1600/33°, attenzione: la T70 non è in grado di leggere i codici DX riportati sul caricatore della pellicola. La lettura dell’esposizione si effettua tramite i dati riportati sia nel mirino, il diaframma, che sul display esterno, il tempo. L’esposimetro si attiva premendo parzialmente il pulsante di scatto o il pulsante posto lungo il lato destro tra l’impugnatura e il bocchettone porta ottiche, i dati sono leggibili fino al rilascio dei pulsanti. Possibile il blocco della memoria, ma solo con la lettura spot.

Compensazione dell’Esposizione: Non previsto.

Mirino: A pentaprisma; campo di copertura del campo inquadrato: 92% sia in verticale che in orizzontale; ingrandimento 0,85X con obiettivo 50mm.; oculare con correzione diottrica fissa a –1, possibilità di aggiungere lenti di correzione e mirini aggiuntivi.

Messa a Fuoco: Manuale su vetro smerigliato fisso con zona centrale microprismatica e stigmometro a spezzamento d’immagine.

Indici nel Mirino: Indicazione tramite LED al fuori dall’area di ripresa del diaframma, pronto flash, modalità programmata o manuale, tipo di lettura dell’esposimetro; indicazione di sotto o sovra esposizione tramite indicazioni lampeggio del valore del diaframma; indicazione di tempo pericolo di mosso tramite lampeggio della lettera “P”.

Avanzamento e Riavvolgimento Pellicola: Avanzamento e riavvolgimento motorizzato: velocità di avanzamento circa 1 fotogramma al secondo, riavvolgimento motorizzato previo azionamento della funzione. Il caricamento della pellicola avviene in modo automatico.

Contapose: Additivo, effettua inoltre il conteggio alla rovescia riavvolgendo la pellicola; ad azzeramento automatico aprendo il dorso.

Esposizioni multiple: Non previsto.

Alimentazione: Corpo macchina due batterie a stilo tipo AA alcaline da 1,5V, la macchina è predisposta pure per funzionare con batterie NI-CD – NI-MH ricaricabili, ovviamente l’autonomia è maggiore con le batterie alcaline. E’ presente inoltre una batteria tampone al litio tipo BR-1225 o CR-1220 la cui durata stimata è di 5 anni e che può solo essere sostituita smontando la macchina.

Test batteria: Predisposto per le sole batteria a tilo tramite apposito pulsante e segno grafico di riscontro visibile nel display esterno.

Dorso: Intercambiabile; dorso standard con telaietto memo per cartoncino pellicola.

Dimensioni: Lunghezza 151 mm; altezza 89,2 mm; profondità 48,4 mm.

Peso: 530 gr. solo corpo senza batterie.

Il manuale d'uso è reperibile in formato PDF sul sito di Butkus.  

PRO

Facilità d’uso;

Esposimetro medio e spot;

Informazioni nel mirino sufficienti e al di fuori del’area inquadrata;

Alimentazione fornita da comunissime pile a stilo, anche ricaricabili.

CONTRO

Esposimetro parzialmente accoppiato in manuale;

Avanzamento “tranquillo” della pellicola e bassa velocità in scatto continuo;

Memorizzazione dell’esposizione solo con esposimetro spot;

Batteria tampone sostituibile solo presso un fotoriparatore.

REPERIBILITA’ E PREZZI

La macchina ha avuto una buona diffusione all’epoca e oggi ancora abbastanza reperibile sul mercato dell’usato: su Ebay non si fatica a troppo trovarne una in buone condizioni magari completa di ottica, ma non sempre il prezzo è dei migliori.

Se ci si rivolge a negozianti specializzati in usato e mercatini dell’usato la sua disponibilità diminuisce drasticamente in quanto oggi non viene quasi più ritirata in permuta per una più moderna reflex digitale. Prima dell’acquisto di un corpo usato, se è possibile, è bene dare un’occhiata alle condizioni generali della macchina e soprattutto se il vano batterie non presenta ossidazioni, le batterie alcaline tendono a deteriorarsi se dimenticate in un’apparecchiatura elettronica, e se la batteria tampone dà ancora segni di vita, se è morta trattare al ribasso sul prezzo. Quotazioni medie dell’usato comprese tra 15€ e 40€, senza ottica, ma c’è sempre chi chiede di più e qualcosina in più con un 50mm f1,8 o uno zoom, di serie era previsto il 35-70mm f4.

NOTA FINALE

La Canon T70 è sia un buon secondo corpo da che un ottimo punto di partenza per inserirsi nel mondo delle ottiche Canon FD, quelle con messa a fuoco manuale, oggi fuori produzione ma in grado di competere alla pari con quelle più moderne.

 

2 thoughts on “Canon T70

  1. Nelle note storiche avete dimenticato di citare la T90, che tecnologicamente sovrasta tutta la serie T. Questa era la vera ammiraglia della Canon, considerando che la famosa F1 veniva dagli anni 70, mentre il fotografo professionista degli anni 80 aveva già aspettative più elevate. Io ne ho avute 3, con un carico di lavoro importante. Perfetta, veloce, precisa, ergonomica, un vero cavallo da corsa con la forza di un mulo. Cordiali saluti.

    • Buon pomeriggio Marcello. Concordo, avendo usato spesso la T90 che ancora conservo. La T90 era effettivamente l’apice del nuovo corso,almeno dal lato del professionista che necessitava di affidabilità e durata; purtroppo sappiamo poi come è finita.

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