I codici DX sono un elemento abbastanza noto a chi scatta in 35mm, almeno nella loro forma più comune, ossia quella dei contatti magnetici che consentono alle fotocamere predisposte di “leggere” le caratteristiche della pellicola e regolare la propria circuitazione interna (specialmente quella esposimetrica) di conseguenza. I contatti, però, sono solo una parte di un sistema di codifica più complesso, costituito da tre differenti parti:
- Il numero DX
- Il codice DX sul caricatore e sulla pellicola
- Il codice DX per la sensibilità
Il numero DX
Il numero DX è un identificativo univoco di produttore ed emulsione che viene rilasciato secondo rigide regolamentazioni da un organismo internazionale di standardizzazione preposto; i numeri DX non sono comunemente noti, a meno che non si disponga delle relative comunicazioni dei produttori. In ogni caso, il numero è generalmente composto da due parti: la prima è detta codice di combinazione è un numero di una,due o tre cifre, mentre la seconda è una singola cifra unita alla prima da un trattino e comunemente nota come numero di specifica. Per esempio, l’emulsione 901 della Fujifilm PRO 160C del 2005 aveva numero DX assegnato 10-1 (questo numero ci tornerà utile in seguito per capire le regole della codifica).
Il codice DX su caricatore e pellicola
La seconda parte del codice è un numero di sei cifre che è in parte derivato dal primo; la prima cifra è un numero da 1 a 9 identificativo del batch di produzione proprietario, mentre le cifre dalla seconda alla quinta vengono generate a partire dal numero DXla prima parte del numero DX viene moltiplicata per 16 e al risultato viene poi aggiunto il valore della seconda parte. Tornando all’esempio della pellicola Fujifilm del paragrafo precedente, si avrà 10×16=160+=161. Nel caso che la risultante di questa operazione sia un numero di tre cifre, si aggiungerà uno zero come cifra iniziale; il nostro numero sarà quindi 0161.
L’ultima cifra è un identificativo del numero di pose dello specifico rullino secondo questo schema:
- 0: 72 pose
- 1: 12 pose
- 2: 20 pose
- 3: 24 pose
- 4: 36 pose
- 5: 48 pose
- 6: 60 pose
- 7: numero pose non standard
La Fujifilm PRO160 dell’esempio avrà quindi un codice del tipo X01614 se nella versione rullino a 36 pose. Questo codice viene stampato sul barilotto del caricatore sia in forma numerica che di codice a barre ed è impresso anche sul bordo esterno della pellicola.
Il codice DX per la sensibilità
La terza parte del codice è quella probabilmente più conosciuta in quanto caratterizzata dai contatti argentati a barre presenti sul corpo della maggior parte dei caricatori 135; il sistema è stato inventato per poter fornire alle fotocamere dotate degli appositi contatti le informazioni essenziali sulla pellicola inserita: sensibilità e numero di pose. La gran parte delle fotocamere compatte e molte delle reflex elettroniche più recenti non consentono, in virtù di questa opzione, di impostare manualmente la sensibilità della pellicola, tarandone di conseguenza l’esposimetro, e ciò rappresenta una grossa limitazione soprattutto per chi bobina da sè i propri rullini, oppure vuole in ogni caso avere completo controllo sull’esposizione. Ne consegue che è utile conoscere come è impostata questa codifica e come, in caso, si possa operare per “ingannare” il sistema di riconoscimento DX della fotocamera.
Osservando il rullino in orizzontale, i codici DX sono costituiti da una matrice 2×6 che contiene informazioni su sensibilità, lunghezza del rullino e tolleranza all’esposizione, come nello schema qui sotto:
Contatto |
Sensibilità |
Sensibilità |
Sensibilità |
Sensibilità |
Sensibilità |
Contatto |
Numero di pose |
Numero di pose |
Numero di pose |
Tolleranza |
Tolleranza |
Le informazioni sono scambiate creando dei contatti argentati che seguono una disposizione standardizzata come quella riportata nella tabella sottostante (bianco=contatto, nero=superficie caricatore):
Chi utilizza caricatori senza codice, può fabbricarsi i propri codici DX utilizzando semplicemente della carta stagnola e del nastro adesivo per ricavarsi lo schema scelto seguendo le indicazioni riportate sopra.