Konstruktor DIY

Se la Recesky o le varie pinhole in kit non bastavano per soddisfare la nostra voglia di autocostruzione, ecco che Lomography questa estate ci viene incontro con un kit per la realizzazione casalinga di una nuova macchina in plastica, in questo caso addirittura una single lens reflex con ottica intercambiabile e ad un prezzo assolutamente accessibile! La nuova creatura si chiama Konstruktor e viene venduta in un piccolo kit in scatola completo di istruzioni, che garantiscono di avere la macchina pronta fra le mani in una o due ore, usando solamente un cacciavite.

La confezione della Konstruktor
La confezione della Konstruktor

La fotocamera è stata lanciata nelle ultime settimane di Giugno e dai primi di Luglio è disponibile con tempi di consegna standard mediante acquisto dallo shop di Lomography; una volta ordinata, quello che riceveremo a casa è la solita colorata confezione in cartone e plastica solo, questa volta, un po’ più sottile. Al suo interno troviamo una serie di componenti in plastica blisterati e pronti per essere assemblati, il libretto delle istruzioni, gli adesivi per la personalizzazione e l’unico strumento di cui avremo bisogno, ossia un piccolo cacciavite. Le istruzioni sono abbastanza dettagliate, eccetto in qualche punto di cui parleremo più sotto, e permettono di montare la macchina con relativa facilità e rapidità; le parti che richiedono l’intervento dell’utente sono essenzialmente i vari ingranaggi interni di avanzamento e riavvolgimento della pellicola, di armamento dell’otturatore, il pozzetto di visione e l’ottica, mentre il box specchio-otturatore è fornito già preassemblato.

Il kit di costruzione
Il kit di costruzione

L’ottica è proprio il primo elemento da cui partire per l’assemblaggio: si tratta, in pratica, di unire tre diverse parti, tra cui quella contenente la lente (rigorosamente in plastica) per formare un semplice obiettivo reflex ad aprtura fissa (f/10) e focale standard; l’impegno non è superiore ai cinque minuti, essendo ogni parte sagomata per l’incastro in una sola posizione ed ammontando a solo sei le viti necessarie per completare l’assemblaggio. Altrettanto semplice è la preparazione del pozzetto di visione, di forma classica, che richiama quello delle vecchie fotocamere Exakta. il pozzetto è dotato di un simil-vetrino smerigliato, anch’esso realizzato in plastica. Da questo momento, si passa all’assemblaggio del corpo vero e proprio. Il frontale ed il retro sono gia pronti nella scatola, così come la struttura principale dell’alloggiamento pellicole. L’assemblaggio dei vari ingranaggi è utile (così recitano anche le intenzioni di Lomography) per capire alcuni elementi basilari del funzionamento interno delle fotocamere reflex, in quanto, per lo meno nei vari modelli meccanici, i principi sono gli stessi: l’esercizio è, pertanto, piacevole anche per questo piccolo valore aggiunto.

Il corpo frontale
Il corpo frontale

Anche in questa seconda fase non si presentano operazioni particolarmente critiche, anche se un po’ di attenzione addizionale va prestata durante l’installazione della molla di tensione dell’otturatore e del relativo selettore dei tempi di posa: la molla, infatti, è molto fine e se si esercita una forza eccessiva viene irrimediabilmente deformata alle estremità divenendo, di fatto, inutilizzabile. Forse non è quindi un caso che, nella confezione che abbiamo utilizzato, era l’unico elemento presente come doppio (e il doppione è servito, in quanto la prima molla è andata distrutta).

Altro passaggio chiave è quello dell’allineamento del contapose, per il quale si consiglia di leggere e rileggere con attenzione il relativo passaggio sul libretto di istruzioni e di assicurarsi che gli elementi di avanzamento si trovino in tensione esattamente come richiesto: il rischio è di trovarsi, poi, con un contapose sballato durante l’utilizzo. Niente di trascendetale, quindi, ma visto che stiamo assemblando la nostra reflex, perhè non essere sicuri di fare tutto nella maniera ottimale?

Il box specchio-otturatore preassemblato
Il box specchio-otturatore preassemblato

L’assemblaggio del corpo anteriore si completa con l’inserimento del box specchio: quando ho avuto notizia del nuovo kit, la mia principale preoccupazione è andata proprio alle difficoltà tecniche e all’alta precisione necessaria per assemblare in maniera corretta un sistema specchio-otturatore, benchè semplice come in questo caso; Lomography ha, però, risolto il problema fornendo questa parte già preassemblata e lasciando all’utente il solo compito di inserirla all’ineterno del corpo. Tra l’altro, il box entra nel corpo in una sola maniera, eliminando ogni rischio di errore: se i passaggi precedenti sono stati svolti correttamente, il box si inserirà senza incontrare alcuna resistenza e gli ingranaggi di riarmo dell’otturatore andranno ad incastrarsi correttamente. Una cosa che è necessario ricordarsi di fare, e che non è indicata sul libretto, è quella di rimuovere la plastica blu protettiva dallo specchio e dal vetro di messa a fuoco, pena ritrovarsi a fotocamera montata con un pozztto completamente oscurato.

Lo specchio visto dal bocchettone dell'ottica
Lo specchio visto dal bocchettone dell’ottica

Il retro della fotocamera a montaggio quasi ultimato
Il retro della fotocamera a montaggio quasi ultimato

L’ultima operazione da compiere è quella di installare il dorso e di fissare le ultime viti (quattro, anche se per due sole si trova chiara indicazione nelle istruzioni: le altre sono all’interno del vano pellicola e fissano l’alloggio stesso alla parte frontale del corpo macchina); il dorso si incerniera al corpo nella parte destra e rimane fissato mediante un blocco sulla parte sinistra, invero un po’ rigido.

La Konstruktor assemblata e il set di adesivi
La Konstruktor assemblata e il set di adesivi

Passata poco più di un’ora, ecco fra le nostre mani questa piccola reflex pronta all’utilizzo: in realtà, manca ancora un piccolo step di personalizzazione: nella confezione sono contenuti dei rivestimenti in similpelle di tre colori differenti (rosso, bianco e nero, ognuno in tre pezzi per per frontale e dorso della macchina) e una serie di adesivi per rendere unica la propria Konstruktor. Non resta ora che metterla alla prova. La prima impressione prendendola in mano è quella di estrema leggerezza e anche di una certa solidità (sempre, ovviamente, rapportata ad un oggetto in plastica!), che lasciano presupporre la possibilità di sfruttarla in molte occasioni e di poterla portare con se in ogni occasione. La presenza dell’ottica intercambiabile lascia sperare in una futura espansione del “sistema” da parte di Lomography, permettendo così di ampliarne le potenzialità.

La visione dal pozzetto, che è comunque piuttosto buio (paragonabile a quello della Recesky) è sempre intrigante e richiama ai tempi andati della fotografia: per chi non ha esperienza di vecchie reflex a pozzetto o di biottiche, è bene ricordarsi che la visione è invertita ma basta poca pratica per padroneggiare completamente il mezzo. La pellicola si carica rapidamente e l’utilizzo è intuitivo: le regolazioni sono ridotte al minimo in quanto i tempi selezionabili sono solo due (1/80 sec e posa B) e la messa a fuoco è si su ghiera dell’obiettivo ma a zone, da 0,5m a infinito. L’otturatore si arma con apposita leva posta sotto alla baionetta ed è scollegato dall’avanzamento pellicola: ciò permette di poter lavorare con le esposizioni multiple molto facilmente. Per il riavvolgimento della pellicola non esiste nessun blocco della rotazione, pertanto è sufficiente agire sul nottolino apposito una volta che si è raggiunto l’ultimo fotogramma.

L’accoppiata tempi-diaframmi (1/80 sec e f/10) risulta però un po’ limitativa, in quanto è facile trovarsi nell’arco della stessa giornata in condizioni che possono precludere l’utilizzo continuativo della macchina con la stessa pellicola; inoltre, non è presente alcun attacco flash per aggirare il limite, perlomeno con le basse sensibilità. Le prime prove sono state effettuate con una Ilford HP5+, giusto per avere una certa flessibilità al variare delle condizioni ambientali; ovviamente, quello che c’è da aspettarsi è una certa approssimazione nella messa a fuoco, in aggiunta al tipico effetto soft-focus di questo genere di obiettivi. in alcuni casi, tuttavia, la nitidezza è risultata al di sopra delle aspettative, soprattutto nelle foto con range di messa a fuoco fra 1 e 2 metri. Inoltre, l’acuratezza della composizione nel pozzetto è elemento critico, in quanto facilmente potremmo trovarci ai bordi dell’immagine oggetti indesiderati che non avevamo visto prima di scattare. Infine, è da notare la totale assenza di light leaks e infiltrazioni varie: questo potrà scontentare qualcuno, ma è sintomo che l’assemblaggio è stato comunque ben studiato.

teiera Bersaglio
Gatto gatto
Quadri Ciabatte

In conclusione, la macchina unisce quei risultati tanto apprezzati dai cultori della lomografia (seppur con alcune “limitazioni”) ad un peso ed ingombro molto contenuti, che ne fanno un’ottima compagna di viaggio. La visione dal pozzetto, come detto, è un plus che fa sicuramente piacere e la possibilità di cambiare l’ottica fa sperare in un futuro più “grandangolare” (anche perchè il tempo di esposizione disponibile diventerebbe ben presto critico spostandosi verso focali tele). Visto anche il prezzo di 35 € e il piacere che se ne ricava durante il montaggio e la personalizzazione, è sicuramente da farci un pensiero sopra.

Infine, la scheda tecnica:

Modello: SLR 35mm.

Formato: 24×36 su pellicola 135.

Ottica di ripresa: Lomography 50/10

Distanza messa a fuoco: da 0,5 m a infinito.

Otturatore: su piano focale, a ghigliottina.

Modi d’esposizione: manuale con tempo 1/80 sec, posa B.

Mirino: a pozzetto, con lentino di ingrandimento.

Autoscatto: no.

Esposizioni multiple: sì, senza limitazioni.

Flash: no.

Dimensioni: Lunghezza 121 mm; altezza 65 mm; profondità 33 mm.

 

Konstruktor personalizzata in similpelle rossa
Konstruktor personalizzata in similpelle rossa


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