Mamiya C330

CENNI STORICI

Il maggiore svantaggio delle reflex biottiche risiede nell’ottica, anzi ottiche, fissa, limite che alcuni produttori hanno provato a superare offrendo aggiuntivi ottici in grado di aumentare o ridurre la focale dell’ottica “di serie” o hanno realizzato appositamente macchine con focali grandangolari e tele. Non che marchi famosi non ci avessero provato a realizzare biottiche con lenti intercambiabili, ma con le tecnologie dell’epoca non si è mai andati oltre i prototipi.

Exif_JPEG_PICTUREA riuscirci invece nel 1956 sono gli ingegneri giapponesi della Mamiya Camera Company Ltd di Tokyo con la Mamiya C, macchina che sarà la capostipite di una fortunata serie che con molta intelligenza si dividerà in due filoni, uno più professionale e uno più economico, di alto livello e avrà il suo apice nella Mamiya C330 Professional S.

Caratteristica comune a tutte le Mamiya della serie C sono le ottiche intercambiabili ad otturatore centrale montare su una piastra porta-otticha collegata al corpo tramite un soffietto, un doppio soffietto per la precisione. In realtà ogni ottica p composta da due obiettivi: uno per la visione e uno per la ripresa, questo ultimo include sia il diaframma che l’otturatore.

Nonostante la qualità della macchina e delle sue ottiche queste Mamiya hanno fatto fatica ad affermarsi tra i professionisti venendo scelte spesso più per i costi contenuti che pere le loro qualità.

La Mamiya C330 Professional oggetto di questo articolo è stata prodotta dal 1969 al 1974.

DATI TECNICI

Modello: Reflex TRL per pellicole formato 120 e 220. Sistema modulare basato sull’intercambiabilità di ottiche, mirini, schermi di messa a fuoco, eccetto il dorso che è fisso. Messa a fuoco manuale.

Formato: 6×6, reale 56×56 mm ca.

Attacco obiettivi: A piastra, il gruppo delle due ottiche è montato su una piastra che a sua volta deve essere inserita nella piastra solidale al soffietto, la tenuta tra le due piastre è assicurata da due molle. La trasmissione dei comandi avviene attraverso leveraggi. Non esistono ottiche compatibili realizzate da terzi, inoltre non sono compatibili con gli atri sistemi MF di casa Mamiya.

Obiettivi Standard: Mamiya-Sekor 80mm f/2,8.

Modi d’Esposizione: Esposizione manuale, la macchina non è dotata di un proprio sistema esposimetrico. E’ possibile montare mirini a pentaprisma dotati di sistema esposimetrico, ma non sono accoppiati a tempi e diaframmi.

Otturatore: Seiko centrale a controllo meccanico elettronico costituito da cinque lamelle metalliche, tempi di posa selezionabili su posizioni fisse tra 1” e 1/500 e posa B, variabili a mezzo ghiera posta sull’obiettivo.

Flash: Accessorio. Esposizione manuale o automatica se il lampeggiatore è provvisto della funzione di controllo della luce emessa. Con i flash universali sincronizzazione tramite presa X e/o M posta sull’ottica di ripresa. Sincronizzazione totale su tutti i tempi grazie all’otturatore centrale.

Autoscatto: Non previsto.

Esposimetro: Non previsto, è comunque presente la predisposizione dei contatti elettrici per montare appositi mirini a pentaprisma dotati di sistema esposimetrico. Mirini disponibili modello AE II e AE III; l’esposimetro si attiva premendo parzialmente il pulsante di scatto.

Compensazione dell’Esposizione: Non prevista per corpo macchina. Possibile tramite apposito comando posto sui mirini esposimetrici.

Mirino: Standard a pozzetto con lente d’ingrandimento, possibile l’impiego come mirino sportivo. Sono inoltre disponibili diversi mirini a pentaprisma sia esposimetrici che non. Il campo inquadrato e l’ingrandimento varia a seconda del mirino montato sul corpo macchina. Il mirino a pozzetto è dotato di una lente d’ingrandimento per agevolare la messa a fuoco.

Messa a Fuoco: Manuale su schermo smerigliato, intercambiabile e disponibile in vari modelli, alcuni completamente smerigliati e atri provvisti di zona centrale microprismatica e/o stigmometro a spezzamento d’immagine. L’operazione di cambio dello schermo di messa a fuoco può essere facilmente effettuata da chiunque.

Indici nel Mirino: Riferimento per correzione paralasse e indicazione possibilità cambio ottica. Sono inoltre presenti altre indicazioni variabili a seconda del tipo di schermo o mirino.

Avanzamento Pellicola: Tramite manovella di avanzamento rapido ad azione singola, rotazione in senso orario di 360°.

Specchio: Fisso, ma interessa solo l’ottica superiore destinata alla messa a fuoco e all’inquadratura.

Contapose: Additivo con numerazione variabile a seconda del tipo di pellicola.

Esposizioni multiple: possibili senza limitazioni, tramite azionamento dell’apposita levetta posta sul lato destro del corpo.

Alimentazione: Il corpo macchina non necessita di alimentazione elettrica per il suo funzionamento.

Dorso: Intercambiabile Fisso. Il pressa pellicola deve essere ruotato a seconda del tipo di pellicola, 120 o 220, impiegato per le riprese.

Dimensioni: Corpo con 2,8/80: 170x114x105.

Peso: 1750 gr. Corpo con 2,8/80.

Il manuale in pdf e in inglese è reperibile sul sito di Butkus

LA MACCHINA

Il grande corpo nero rivestito in parte di similpelle con inserti cromati e parti in vista in alluminio satinato sono il biglietto da visita della Mamiya C330 Professional.

MamiyaC3302Si tratta di una macchina robusta fatta con cura per lavorare molto con la massima precisione, da qui la necessità di impiegare materiali di qualità e componenti spesso sovradimensionati. Le dimensioni e il peso poi sono condizionati dalla presenza del soffietto e dalla piastra porta-ottica alloggiata su una slitta di messa a fuoco con sistema a cremagliera; il tutto inserito in un corpo metallico a prova di maltrattamenti.

La dimensione del corpo è tale che i due rulli della pellicola sono alloggiati direttamente sotto e sopra l’area del fotogramma e la pellicola può permettersi il lusso di fare un percorso rettilineo tra i due rulli, mantenendo quindi una maggiore planarietà.

L’inserimento della pellicola è facile e immediato, ricordando molto quello delle fording; l’importante è ricordarsi si estrarre i due ferma rulli posti sul lato sinistro e ruotarli in senso orario per poter inserire il rullo con la pellicola e il rullo ricevente, a proposito il rullo con la pellicola non esposta va messa in basso. Una volta chiuso il dorso la pellicola va avanzata fino a quando la manovella si blocca.

Supra il corpo, come in tutte le biottiche è posto il pozzetto con lo schermo di messa a fuoco che restituisce l’immagine con i lati destro e sinistro invertiti.

Sul lato destro del corpo si trova la manovella dell’avanzamento e riarmo otturatore e accanto il selettore per l’esposizione singola o multipla. La finestrella del contapose è collocata sotto l’asola della della cinghia di trasporto.

Sul lato destro della piastra porta-ottica, all’altezza della manovella di avanzamento, è posto un piccolo cursore con il compito di bloccare il pulsante di scatto.

In basso a destra e sinistra sono collocate le due manopole della regolazione della messa a fuoco, la demoltiplicazione e durezza degli ingranaggi è tale da consentire una agevole messa a fuoco.

I due plusati di scatto, collegati tra di loro meccanicamente, sono posti uno sul lato destro della piastra porta ottica e uno sul lato destro del basamento della macchina, a questo ultimo pulsante di scatto è collegabile un scatto flessibile con attacco a vite standard.

Sul lato sinistro trovano posto una slitta porta accessori, i due fermi dei rocchetti porta pellicola, la ghiera di sblocco degli obiettivi, coassiale a questa si trovano due dischi promemoria per la sensibilità della pellicola e per l’obiettivo impiegato. Poco più in basso è visibile una finestrella per la lettura della scala delle distanze, questa scala varia a seconda dell’obiettivo impiegato, la cui lunghezza focale deve essere aggiornata ad ogni cambio ruotando la barra cromata che appare nella finestrella stessa. Sulla piastra porta ottica, in alto a sinistra, trova posto il fermo della molla di trattenuta delle ottiche.

Tempi e diaframmi, una volta calcolata l’esposizione, vanno direttamente impostati sulle ghiere dell’obiettivo in uso.

Sullo schermo di messa fuoco dell’esemplare in prova sono riportate delle scale di correzione dell’esposizione in caso di forte allungamento del soffietto di messa a fuoco, ovvero in caso di fotografia ravvicinata.

Un ultima annotazione va fatta sul soffietto, sebbene dall’esterno esso sembri un pezzo unico al suo interno è suddiviso in due parti al fine di evitare interferenze tra le due ottiche.

 IMPRESSIONI D’USO

Nonostante le dimensioni e il peso la Mamiya C330 non è una macchina che rende difficile la vita al fotografo: a una certa complessità costruttiva si contrappone una notevole facilità d’uso, esattamente ciò che serva a un professionista che con una macchina ci deve lavorare.

Una volta caricata la pellicola si è quasi pronti per scattare: basta inquadrare, mettere a fuoco e calcolare l’esposizione. La scena da riprendere si inquadra facilmente osservando l’ampio schermo in fondo al pozzetto, schermo che copre circa il 92% del fotogramma. Per la messa a fuoco di precisione baste sollevare la lente d’ingrandimento e agire su una delle due manopole di messa a fuoco, in pochi attimi si raggiunge la messa a fuoco. A questo punto si determina l’esposizione con il metodo che si preferisce, dalla regola del 16 a un sofisticato esposimetro a mano, e si riportano i valori sulle scale graduate dell’obiettivo.

Questa semplicità d’uso non deve trarre in inganno visto che prima di scattare qualche piccola verifica va fatta. Innanzitutto caricando la pellicola ci si deve accertare che il pressa pellicola sia nella posizione corrispondente alla pellicola che si vuole usare, posizione che può essere facilmente verificata nella finestrella sul dorso: caricando una pellicola 120 con il dorso impostato su 220 non succede nulla di grave, invece caricando una pellicola 220 con il dorso impostato su 120 si spreca mezza pellicola in quanto sarà possibile impressionare solo 12 dei 24 fotogrammi disponibili. Altre verifiche di sicurezza da effettuare prima di scattare sono lo sblocco dei pulsanti di scatto la posizione del selettore dello scatto singolo e multiplo, e che sia in posizione lock il selettore di sbollo del gruppo ottico.

Uno dei limiti delle biottiche è costituito dall’errore di paralasse introdotto proprio dalla presenza di due ottiche separate i cui assi sono paralleli, quindi convergenti solo all’infinito, errore che nelle riprese ravvicinate e a distanze medie porta ad inquadrature non corrette. Gli ingegneri della Mamiya hanno dato una risposta introducendo un riferimento mobile visibile nel mirino, questo riferimento indica grossomodo il limite superiore di quanto inquadrato dell’ottica di ripresa.

Le ottiche disponibili per hanno lunghezze focali comprese tra 55mm e 250mm. Ogni obiettivo (in realtà sono 2 accoppiati) è realizzata con due ottiche aventi medesima lunghezza focale, apertura massima e schema ottico, la differenza risiede solo nella presenza o meno di otturatore e diaframma. L’assenza di diaframma nell’ottica di visione non consente il controllo visivo della profondità di campo, controllo che non è possibile in nessun modo in quanto non è neanche presente una classica scala serigrafata.

La distanza di messa a fuoco è controllabile solo su un’asta graduata presente sul lato sinistra tra il corpo e la slitta del soffietto. Per la lettura dei valori della distanza la scala graduata va impostata sulla lunghezza focale in uso e poi va letta o nella finestrella, solo per le ottiche serigrafate in rosso, o nello spazio tra piastra porta-ottica e corpo macchina per quelle in nero. A questo punto si scopre rapidamente che … il soffietto completamente arretrato non è la posizione di messa a fuoco all’infinito di tutte le ottiche, anzi la posizione infinito praticamente varia da obiettivo ad obiettivo.

MamiyaC3304Cambiare il gruppo degli obiettivi è semplice: una volta sbloccata la manopola basta sganciare dalla piastra frontale la molla di blocco e l’ottica viene via da sola, il soffietto deve essere completamente retratto. Consiglio di effettuare questa operazione con la macchia adagiata sul dorso o tenendo bene con una mano l’obiettivo da togliere, in caso contrario una sua rovina caduta è praticamente inevitabile. Il gruppo ottiche può essere tolto sia con otturatore scarico che scarico, il problema caso mai sarà quello di far coincidere la pellicola già avanzata con l’otturatore scarico, o viceversa, ma si rimedia facilmente caricando o scaricando l’otturatore a mano. Con alcune ottiche, come il 135mm f/4,5, bisogna prestare attenzione a non danneggiare il diaframma e/o l’otturatore in quanto questi sono posti all’esterno dello schema ottico e una ditata maldestra basta a far gravi danni.

A questo punto se l’uso di questa macchina sembra complicato basta dimenticare buona parte di quanto sopra ma mettere una pellicola e iniziare a scattare: le soddisfazioni e gli sguardi curiosi dei passanti sono garanti.

 ACCESSORI

Obiettivi disponibili con focali di 55mm, 65mm, 80mm, 105mm, 135mm, 180mm e 250mm.

Sono disponibili, ma non facilmente reperibili, vari prismi, di cui uno esposimetrico, e una nutritaresie di schermi di messa a fuoco.

Per un migliore uso a mano libera sono state realizzate diverse impugnature.

Per facilitare le riprese ravvicinate eliminando l’errore di paralasse è utilissimo il Paramender, un accessorio che permette di sollevare la macchina quel tanto che basta per far raggiungere all’ottica di ripresa la posizione di quella di visione.

PRO

Ottica intercambiabile;

Messa a fuoco ravvicinata tramite soffietto;

Assenza di vibrazioni e silenziosità;

Robustezza generale;

Non necessita di alimentazione elettrica;

Possibilità di personalizzazione.

CONTRO

Peso e dimensioni;

Mirino poco luminoso, almeno sull’esemplare in prova;

Errore di paralasse;

Scala delle distanze troppo essenziale e assenza di riferimenti per la verifica della profondità di campo.

REPERIBILITA’ E PREZZI

La reperibilità è discreta sia su Ebay che nei canali tradizionali quali negozi e mercatini di settore.

Quotazioni dell’usato variabili a seconda della versione e delle condizioni generali. Un prezzo congruo per una macchina con obiettivo da 80mm in buone condizioni e perfettamente funzionate è compreso tra 100€ e 200€. Prima dell’acquisto, se possibile, è bene verificare le condizioni del soffietto e della piastra porta-ottica, oltre alle condizioni delle guarnizioni a tenuta di luce. Va inoltre verificato il corretto funzionamento della manovella di avanzamento, il vero punto debole di queste macchine.

CONSIDERAZIONI FINALI

La Mamiya C330, come pure le sue sorelle, è una macchina solida che in grado di regalare molte soddisfazioni a chi la usa. Questa macchina è adatta al fotografo che sa ancora prendere il tempo necessario per ragionare e ponderare le proprie scelte, insomma è una macchina “slow-photography

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