Titolo | Silver footprint |
Autore | Robin Bell |
Edizioni | Dewi Lewis |
Anno | 2009 |
Formato | 27 x 27 cm |
Pagine | 142 |
Prezzo | 25,00 GBP |
Copertina | Rigida con sovracopertina |
ISBN | 9781904587828 |
“Il tempo vola quando ti diverti e vola ancora più velocemente quando ti diverti al buio”: con queste parole Robin Bell apre questo libro raccolta, Silver Footprint, che vuole offrire una panoramica di 35 anni di attività come stampatore in camera oscura; Robin Bell è stato, a partire dalla prima metà degli anni ottanta, uno degli stampatori più richiesti del Regno Unito grazie alla riconosciuta capacità di proporre uno stile ben riconoscibile (e ben apprezzato) alle sue produzioni in camera oscura.
Testimonianza e sunto delle sue capacità sono i ben ottantasei fotografi rappresentati all’interno di questa raccolta, che negli anni hanno affidato a Bell la realizzazione finale delle loro opere per loro progetti personali, per mostre o per concorsi; l’apparato fotografico che caratterizza il libro è accompagnato da tutta una serie di note (quasi per ognuna delle oltre cento immagini) di Bell che svela retroscena della sua attività e dei suoi contatti con il mondo della fotografia d’arte, di moda, commerciale e quasi di ogni altro campo.
Nello sfogliare questo volume ci troveremo di fronte a immagini dei più disparati generi e con una infinità di soggetti, tutte però visibilmente accomunate (per quanto la carta stampata permetta di cogliere) dalla mano esperta dello stampatore che permette di ritrovare una continuità di stile, che è poi come detto la cifra che viene riconosciuta a Robin Bell nel proprio lavoro ed è quello a cui probabilmente qualunque praticante assiduo della stampa chimica dovrebbe ambire.
Stampare le proprie immagini in camera oscura è sicuramente un elemento di grande soddisfazione e anche un valore tecnico in quanto consente di mantenere il controllo totale sull’intero processo di sviluppo delle immagini, dalla ideazione al risultato finale; allo stesso tempo, imparare a stampare le immagini di altri apportando per forza di cose il proprio stile e la propria tecnica ma allo stesso tempo cercando di preservare quelle che sono le intenzioni dell’autore, permette di immergerci nell’immaginario di una terza persona cogliendo e creando legami con il nostro che risulteranno, po, come sintesi nella stampa finale.
La visione di queste immagini ricostruisce questo processo, per lo meno ci da indicazione di quello attuato da Bell, e ci permette di intraprenderlo virtualmente noi stessi: osserviamo questa grande varietà di generi e di soggetti, identifichiamo i tratti comuni, pur sapendo che gli autori sono anche molto distanti fra loro come spazio e come cultura, e cominceremo a cogliere il filo comune tecnico/stilistico che collega tutte queste stampe; un esercizio veramente importante e formativo per chi stampa in camera oscura e, grazie alla forma libro, facile da intraprendere e da ripetere contando su una casistica di fotografie decisamente vasta.
Per quanto riguarda questa edizione, Silver Footprint è proposto in un formato gradevole per il genere di libro, praticamente quadrato, stampato su carta ruvida opaca che da grande risalto alle immagini e ottima leggibilità anche in forte luce; alcune immagini occupano pagina intera, altre (poche) addirittura strabordano su due ma ce ne sono alcune, invece, riprodotte in formato più piccolo (16×11 cm) ma che non ne pregiudica il pieno godimento.
L’edizione purtroppo non è italiana e la lingua è inglese, comunque facilmente comprensibile; in ogni caso, benchè le note di Robin Bell costituiscano una parte importante del libro, questo Silver Footprint è soprattutto un libro di immagini, e di immagini che portano un linguaggio universale. Si trova in diversi store di libri usati.